La migrazione di domini e link è argomento molto interessanti per qualsiasi agenzia digitale.

Se per i più esperti di SEO dovrebbe essere tutto ovvio, per chi non è abituato a lavorare con Google e non conosce le regole del SEO, riuscire a collegare la migrazione di domini ai link, potrebbe non essere un’attività banale.

Per questo, il post di oggi si focalizza sui link esterni ed interni da migrare. Per saperne di più solo sulla migrazione di domini ci sono tantissimi articoli di Bastian, Alyda , Moz o Pratik. Il fine di questo articolo è sottolineare la correlazione tra link e migrazione.

Da un punto di vista SEO, i link interni hanno tre funzioni essenziali:

  • Assicurare l’accessibilità a tutti i documenti HTML
  • Assegnare una priorità ai contenuti
  • Mantenere l’efficacia dei link

Ecco tre casi che si sono verificati per alcune aziende di cui manteniamo l’anonimità:

Caso 1: Il mancato redirect che causa una perdita di quasi l’80% dell’efficacia dei link

In questo caso, è stata effettuata una migrazione parziale. L’analisi si è limitata ad una quantità ristretta di directory. Per motivi strategici, l’homepage e altri contenuti sono rimasti sul dominio vecchio; mentre i contenuti da migrare sono stati inoltrati seguendo correttamente le regole della SEO.

Da un punto di vista del link building, il dominio A (sulla sinistra) è molto più forte. La forza è dettata da un profilo di backlink sviluppatosi organicamente nel tempo. Le differenze si vedono in maniera marcata nel confronto nella screenshot che segue:

Una migrazione ben fatta, con tutti i 301 redirect, non causa perdite significative in termini di link building. Per questo motivo, l’uso di reindirizzamenti è essenziale per mantenere il potere acquisito dai backlink negli anni.
Ovviamente, dipende anche dal posizionamento dei backlink. In questo caso, l’analisi mostra che la maggior parte dei link si trova sulla homepage del dominio A.

Nella migrazione, sono stati reindirizzati backlink di directory con contenuti importanti ma senza peso dal punto di vista del link building.

Nonostante la procedura fosse stata eseguita bene, non è stata considerata una cosa: dopo la migrazione, i link interni al dominio A, sono diventati link esterni dal dominio A al dominio B, incluse le anchor text esatte. Da un punto di vista SEO la differenza creata è ovvia, visto che Google, dopo la migrazione, vede i link in maniera diversa attraverso il suo algoritmo. Per questo si evidenzia il cambio nel grafico tra i due domini.

Solo in seguito è stato scelto di migrare anche la homepage al dominio B. Nonostante il grafico di Searchmetrics mostri che la visibilità di entrambi i domini messe insieme raggiunge quasi i livelli di pre-migrazione, in realtà nell’intero processo è stato perso molto del potenziale dei link a causa della separazione dei contenuti. Nel pianificare una migrazione, va sempre analizzato nel minimo dettaglio l’eventuale mutamento tra link esterni e interni.

Caso 2: Migrazione parziale e rimodernamento della navigazione globale

Se non si tengono in considerazione i tre fattori citati prima di effettuare cambi strutturali ad un sito, si possono causare gravi danni permanenti sulla performance.

Il nostro secondo caso riguarda la migrazione parziale di due domini in un unico nuovo dominio. I contenuti del dominio C (il più piccolo) e del dominio D (quello principale) dovevano essere migrati sul dominio E. La rete di link interni non è stata rivista, mancando qualsiasi adattamento al nuovo dominio.

Per gli esperti di SEO, questo rappresenta un grave problema di linking interno tra le diverse informazioni strutturali del sito e gravi problematiche tra le priorità tra le varie landing page, che ovviamente ha avuto delle conseguenze.

Il fatto che inizialmente la visibilità fosse incrementata è curioso, ma non va mai dimenticato il ruolo di Google, il suo punto di vista e le valutazioni che farà su tutti e tre i domini. Considerando la dichiarazione di Gary Illyes la valutazione di una migrazione può impiegare anche tre mesi.

Nota: Il linking interno non è la sola causa, ma è una grossa componente.

A differenza della struttura vecchia, è stato implementato un checkbox sulla starting page per riorganizzare tutte le landing page.

A questo fine, è stato creato un sistema di cross-linking interno a seconda dei temi, simile al sistema di hashtag di Pinterest.

Uno dei risultati della migrazione è la perdita di alcuni backlink, visto che alcuni URL non sono state migrate e reindirizzate. Infatti, sovrapponendo i domini E e D, un gruppo sostanziale di link (appartenenti in maggior numero al dominio D), non esiste più.

E non va considerata solamente la quantità, ma anche la qualità dei link che non sono stati reindirizzati.

Per questi motivi, l’attenzione durante una migrazione va posta soprattutto sulle strutture dei link relative al dominio, interni ma soprattutto esterni, per non perdere link dall’alto valore. Per questo, sia Site Explorer che Bulk Checker di Majestic possono dare una grossa mano.

Referring
Domains

Historic

Redirected

Number of Lost Links

Percentage Share

Domain C

931

889

42

5%

Domain D

1.460

1.024

436

30%


Caso 3: Cambio di priorità tra link

In quest’ultimo caso, la navigazione interna è stata adattata. Invece di ridurla, è stata amplificata e sono state cambiate le priorità tra i link.

Ecco alcuni esempi:

Prima, erano presenti solo 814 link unici su un URL, ora ce ne sono 1173. Dove prima c’erano 91 link interni doppi, ora ce ne sono 834!

Prima:

Dopo:

I dati qui sotto mostrano le 10 URL più importanti di una directory e si può notare il grande incremento di URL e di link interni outbound. Il numero totale di link interni, è aumentato di circa il 390%! Considerando tutt’i link, l’incremento è dell’880%.

È evidente che questi cambiamenti massicci hanno avuto un impatto sulle performance.
A volte modifiche sostanziali di linking non sono influenzabili e dettate da esigenze diverse. IN casi come questo l’analisi deve servire per identificare eventuali rischi come questo e vanno sempre comunicati.

Conclusioni:
Nel contesto di una migrazione di sito web, piccolo o grande che sia, è importante tenere a mente l’importanza dei link (interni e esterni). Ovviamente, una buona migrazione non dipende solamente dai link, ma rimane una questione che viene spesso sottovalutata.

Ecco alcune domande utili da porre prima di iniziare una migrazione:

  • Quali URL generano maggior traffico e maggiori profitti?
  • Quali URL hanno il maggior numeri di link esterni?
  • Quali URL hanno il maggior numeri di link interni?
  • Come cambierebbe il network di link interni del mio sito con una migrazione?
  • Tutte le pagine con link esterni/interni di valore avranno i necessari redirect?
  • Gli URL che voglio eliminare hanno dei link esterni rilevanti?

Prima di proseguire, è bene rispondere proprio a queste domande per determinare il fattore di rischio relativo ai link. Ricordati che – nella maggior parte dei casi – non sei Amazon, Pinterest, Alibaba o Otto. Non lasciare nulla al caso.

Un ultimo consiglio a tutti gli utenti Majestic:

All’interno del Site Explorer Majestic, è possibile trovare tantissime informazioni sui link outbound, particolarmente importanti per l’analisi di link profile durante le migrazioni.