A disavow icon

Sono passati diversi anni da quando Google ha introdotto lo strumento con cui fare il Disavow di Backlink. Il Disavow Tool aveva introdotto l’argomento di backlink tossici e l’impatto che possono avere sul posizionamento nei motori di ricerca. Da allora ne abbiamo viste di tutt’i colori: l’attività di disavowing è stata narrata raccontando storie sempre diverse. Anch’io nel 2019 ho raccontato di un sito che aveva ricevuto una notevole quantità di backlink SPAM CON NOFOLLOW e che aveva perso posizionamento per le parole chiave più importanti. Il caso descrive come un sito ha recuperato le posizioni nelle SERP dopo un massiccio piano di Disavow.

Sempre a questo porposito c’è un articolo ancor più datato che fornisce informazioni utili per capire se è necessario o opportuno fare il disavow di backlink: l’articolo To Disavow or Not to Disavow definisce un backlink di qualità e uno SPAM, con una semplice procedura per scaricare e classificare il profilo dei backlink di un sito web.

Questo articolo prende spunto da una recente osservazione sull’efficacia del disavow di backlink di Glenn Gabe che in un Tweet riassume i risultati di un esperimento:

Tweet sul disavow di backlink di Glenn Gabe
Esperimento sul disavow di backlink

Per pura coincidenza abbiamo avuto una discussione interna sui vantaggi e svantaggi del disavow proprio quando veniva pubblicato questo tweet. Abbiamo molto rispetto per Glenn, e questo suo contributo ha alimentato la nostra discussione.

Alcune Premesse sulla Funzionalità Disavow di Majestic

Majestic è un backlink checker che non evidenzia né segnala link tossici. I nostri SEO Tools sono strumenti con cui identificare e caratterizzare link esterni medainte analisi che richiedono un intervento manuale di utenti esperti. Per questo, abbiamo previsto una funzione di “esportazione come disavow” nel Bucket. Non ne parliamo pubblicamente, ma riceviamo molte domande da clienti preoccupati dalla presenza di link tossici nei profili di backlink e sull’opportunità di fare il disavow.

Tutto ciò premesso, abbiamo deciso di interrompere il supporto diretto per creare file per il disavow di backlink utilizzando Majestic.

I complottisti potrebbero sospettare che l’intento di Google è quello di andare oltre il disavow per comunicare un messaggio più ampio e sminuire l’importanza dei backlink.

Chiuqnue ha a che fare con il SEO sa che Google non ha perso occasione per minimizzare l’impatto dei backlink sul posizionamento organico di un sito. Ad esempio, Gary Illyes di Google ha affermato che l’importanza dei link era “sopravvalutata” al Pubcon Pro di Austin nel settembre 2023.

Dichiarazione di un portavoce di Google sull’importanza dei backlink per la SEO: I backlink non sono un segnale di ranking tra i primi tre e non lo sono da tempo.
Dichiarazione di un portavoce di Google durante un recente evento Pubcon Pro sull’importanza dei backlink per la SEO.

C’è da fare una osservazione importante a proposito di quest’ultima dichiarazione e le tante altre che si sono susseguite nel tempo a proposito dell’importanza dei backlink: Si afferma che c’è molta, forse troppa, enfasi sull’uso dei backlink come strumento per acquisire visibilità nei motori di ricerca. Questo non significa che i backlink non contano affatto. La distinzione è fondamentale. Per fare un esempio pratico, avere una Site Map non facilita l’indicizzazion di un sito se è sconosciuto dai motori di ricerca.

La scoperta di un sito o di una pagina spesso dipende dai link. Nuovi contenuti possono essere scoperti avendo link da siti web esterni che sono già indicizzati da Google. È difficile per qualsiasi web crawler scoprire contenuti senza un piccolo aiuto. “Se lo costruisci, verranno” era uno slogan dei primi anni del web commerciale che poteva avere una valenza allora, ma che oggi non trova un riscontro pratico quando si tratta di nuovi contenuti su internet: Se nessuno sa che esiste, nessuno verrà a cercarlo.

Dal punto di vista della ricerca, ‘Content is King’, ma i backlink rappresentano un segnale di ranking importante insieme ad altri fattori come la velocità di caricamento della pagina, la navigazione del sito e la resilienza del server host.

Vale la pena osservare che i backlink sono una fonte importante di traffico organico. Soprattutto quando i link sono posizionati su un sito web in tema con il settore e ben inserito nell’ecosistema in cui opera il sito. Con l’enorme aumento di contenuti di bassa qualità generati dall’Intelligenza Artificiale, appare poco probabile o quantomeno discutibile ipotizzare che i motori di ricerca possano ignorare il valore dei backlink da fonti autorevoli.

  • Ma allora che possiamo dire a proposito dei backlink tossici, o irrilevanti?
  • Se i link contano, anche i backlink tossici contano?
  • E se contano perché non fare il disavow di backlink tossici?

Il mantra, ‘non tutti i backlink sono uguali,’ è ben noto tra i SEO, conosciuto anche dalle generazioni più recenti ed è dato per scontato. Backlink da fonti autorevoli e affidabili trasferiscono più link equity rispetto ai backlink da directory meno autorevoli e affidabili. I referral di qualità da siti autorevoli contano per il business indipendentemente da ciò che Google ne pensa.

Gli strumenti SEO hanno diversi modi di classificare backlink buoni, e tossici. Tuttavia c’è un consenso unanime sul beneficio offerto da un punteggio che identifica backlink di alta qualità, distinguendoli da quelli con meno valore.

Per quanto riguarda i backlink tossici, è una questione soggettiva, di percezione. Si potrebbe pensare che se uno strumento SEO può individuare backlink tossici, allora Google, con tutte le sue risorse, dovrebbe essere in grado di ignorarlo con alrettanta facilità. E questo senza contare il fatto che, in ogni caso, la definizione di backlink tossici differisce di piattaforma in piattaforma o da motore di ricerca a motore di ricerca.

Per quanto riguarda Google, la loro è l’unica opinione sui backlink tossici che è definitiva.

Partendo dal fatto che se una cosa esiste, qualcuno ha pensato di crearla per essere utilizzata e ci deve essere un motivo, vale la pena cercare il motivo per capirne l’origine evitando quello che viene definito Chesterton’s Fence.

Intorno al 2010, lo spam da backlink era un problema su internet. Link economici, contenuti di bassa qualità e keyword stuffing erano all’ordine del giorno. Il successo di Google aveva creato un web con un’abbondanza di contenuti e link progettati solo per manipolare il posizionamento dei siti nei motori di ricerca.

Google doveva agire. Stavano perdendo la battaglia contro il SEO molto aggressivo.

Nel 2012, Google ha lanciato Penguin – un’importante evoluzione dell’algoritmo. Seguirono molti aggiornamenti. L’implementazione di Penguin è stato un tentativo di combattere il black hat SEO.

Una delle conseguenze più significative di questo aggiornamento è stata la penalizzazione di posizionamento per quelle pagine che avevano avuo un vantaggio competitivo utilizzando strategie di link building contrarie alle linee guida.

Google ha rilasciato uno strumento di disavow di backlink pochi mesi dopo l’implementazione di Penguin. Si trattava di uno strumento capace di ‘rimuovere’ quei backlink ritenuti discutibili. L’avvento dello strumento per il disavow di backlink scatenò la creazione di strumenti e servizi SEO di terze parti a supporto del disavow.

L’azione contro il black hat SEO è stata incessante. Search Engine Watch ha riportato che nel 2014 venivano emesse 400.000 penalità manuali sui backlink ogni mese.

Passati appena tre anni dalla sua prima apparizione, Google cambia atteggiamento e strategia, scoragiando l’uso del Disavow. Infatti, nel 2017 il Disavow è consigliato solo nei casi in cui è applicata una penalizzazione manuale. Questo cambio nella politica di gestione dei backlink SPAM è un segnale che il gigante della ricerca avrebbe tentato di ignorare algoritmicamente i backlink di basso valore.

Si diffondeva così un consenso crescente tra i SEO che gli algoritmi di Google fossero sufficientemente ‘intelligenti’ per ignorare grandi volumi di link spam senza ricorrere a penalità e disavow.

Oggi, il Disavow di backlink rimane un argomento molto discusso e dibattuto. Il recente tweet di Glenn Gabe citato all’inizio di quest’articolo rafforza le parole di John Mueller del 4 maggio 2024.

Tweet di John Mueller di Google a Propositi del Disavow di backlink: da utilizzare solo nel caso in cui c'è una penalizzazione manuale, evitare in tutte le altre circostanze

Una ulteriore dichiarazione di John M. potrebbe suggerire che gli strumenti SEO di terze parti che promuovono l’uso regolare del disavow si muovono su un terreno che è moralmente discutibile…

Da notare che né Glenn né John hanno suggerito di evitare il disavow di backlink in ogni circostanza. TUTTAVIA entrambi danno un segnale coerente di utilizzo dello strumento nei casi di effettiva necessità – circostanza che è estremamente rara al giorno d’oggi. Le azioni di penalizzazione manuale sono una rarità per la maggior parte delle aziende. Restano solo quei casi in cui si sono consapevolmente attivate strategie di link building black hat.

Dobbiamo essere chiari. Con ogni probabillità è sconsigliabile ricorrere al disavow nella stragrande maggiroanza dei casi, a meno che tu non sappia davvero cosa stai facendo. Stiamo aggiornando i nostri contenuti storici del blog per garantire che questo messaggio sia chiaro e comunicato con coerenza in tutto il nostro sito.

Majestic non offre un’opzione per fare il disavow di backlink direttamente dal sito.

Non offriamo un servizio di disavow.

Abbiamo un modo per “esportare i backlink in formato disavow” nel Bucket. Tuttavia, interromperemo presto questa opzione. Questo renderà Majestic una piattaforma che:

  • Non suggerisce la presenza di backlink tossici;
  • Non incoraggia i suoi clienti a fare disavow dei backlink;
  • Non fornisce strumenti che permettono agli utenti di fare disavow.

Vogliamo posizionare strategicamente la piattaforma per il 2024 e oltre.

Vorremmo aggiungere che, sebbene Majesic abbia offerto la funzione di “esportazione come disavow”, abbiamo scoraggiato l’uso del tool che deve essere utilizzato solo dopo un’attenta considerazione del caso e delle circostanze, e del contesto:

Perché abbiamo continuato a offrire questa funzione per così tanto tempo?

Ottima domanda.

La raccolta e gestione di URL è utile per attività di link building e prospecting e per la reportistica dei clienti. Per fare il disavow di backlink il nostro limite di capienza del bucket, fissato in 400 URL, potrebbe essere insufficiente, vista la possibilità di dover gestire migliaia di backlink. Per questo il nostro bucket potrebbe non essere lo strumento più adatto per atività di disavow ad alto volume.

Le liste del bucket possono contenere una combinazione di URL e domini. L’esportazione per fare disavow è indicato per i domini. Ad esempio, fare disavow di 400 domini per un nuovo cliente che ha fatto link building discutibile potrebbe essere una buona idea in alcuni casi.

Aggiungere la parola “Domain:” all’inizio di 400 link può risultare difficile per i digital marketers che non hanno skill tecnico. Per i nostri sviluppatori, il codice necessario per alimentare la funzione “esportazione disavow” era alquanto banale.

Il supporto di Majestic per il disavow era una funzionalità marginale. Il bucket non è uno strumento dedicato alla gestione del disavow. Il bucket è uno strumento per il prospecting di opportunità di link building e PR digitale. Lavoriamo per rendere il bucket più utile e continueremo a farlo.

Come faccio a fare il disavow ora?

È possibile utilizzare Majestic, facendo l’export dei dati utilizzando il bucket.

Tuttavia, stiamo aggiornando la documentazione per charire la nostra posizione a proposito dei backlink e la loro tossicità. Oggi, al di fuori di un piccolo numero di casi descritti in questo articolo, i backlink tossici non sono un problema.

Abbiamo spiegato i motivi per i quali è inutile, se non addirittura dannoso, attuare una strategia di disavow senza un’attenta considerazione dei dati e del contesto in cui ci si trova ad operare. Detto ciò, rispettiamo i nostri clienti, riconosciamo che Majestic svolge un ruolo importante nello sviluppo di Audit SEO e quindi non vogliamo eliminare la funzione senza offrire un’alternativa.

La buona notizia è che si può caricare un elenco di URL per fare il disavow di backlink con uno strumento come il Notepad di Windows o TextEdit di Mac.

Prima di fare l’upload di un file è fortemente consigliabile leggere attentamente le istruzioni di disavow di Google.

Nell’esempio che segue, abbiamo usato prima Excel e poi Notepad. Questo perché la lista di URL o domini del bucket di Majestic contiene solo 400 righe che sono gestibili da Notepad. Se Notepad non dovesse bastare, bisogna ricorrere a strumenti più adatti alla quantità di dati da gestire, come ad esempio Notepad++.

Alcune persone si preoccupano della complessità di fare disavow a livello di dominio, poiché è necessario anteporre il prefisso “domain:” al dominio. C’è una procedura semplificata descritta qui di seguito che si può seguire e che sfrutta la possibilità di unire due colonne di dati in Excel.

La prima operazione è copiare i link nella seconda colonna di un foglio di calcolo. La seconda operazione è l’aggiunta della parola “domain:” alla prima colonna.

Ora, evidenzia la cella con “domain:” e fai doppio clic sul piccolo quadrato in basso a destra.

Il doppio click copia la parola “domain:” popolando la colonna del foglio di calcolo fino a quando ci sono dati nella seconda colonna.

Ora seleziona tutti i dati:

Copia in Notepad:

Questa procedura aggiunge degli spazi tra la parola “domain:” e il dominio in questione (il TAB). Per eliminare questo spazio si ricorre alla funzionalità Trova/Sostituisci. Prima copia uno dei tab:

Nel menu “Modifica” –> “Sostituisci”:

Si apre la finestra di dialogo – basta fare clic su “Sostituisci tutto”:

La procedura è quasi completa:

Salvare come file UTF-8 (nota il menu a tendina “Codifica” nell’angolo in basso a destra)

Esiste una versione avanzata di questa procedura che riconose le celle contenenti ‘domain:’ e quelle contenenti le URL:

=IF(ISNUMBER(SEARCH(“/”,B1)),”domain:”,””)

Questo aggiungerà la parola ‘domain:’ solo se la cella accanto non contiene un /.

C’è una ulteriore possibilità: aggiungere una formula in una terza colonna in Excel che utilizza il comando concatena per unire i contenuti della prima e della seconda colonna:

=CONCATENATE(A1,B1)

La terza colonna risultante può quindi essere copiata in Notepad per essere salvata utilizzando la codifica appropriata.

Entrambi le formule in Excel riproducono la maggior parte della funzionalità esistente. Vale la pena notare che si può usare il quadrato che appare in basso a destra della cella anche per copiare le formule, nello stesso modo in cui è stato fato per copiare la parola ‘domain:’.

Lasciare un commento qui sotto se hai domande o dubbi.

Prima di concludere, vogliamo evidenziare l’importanza delle linee guida per il disavow di backlink, che è da fare solo in quei casi in cui si è certi di attività di link building molto aggressivo che potrebbe portare ad una penalizzazione manuale.

La creazione del file è una piccola attività rispetto all’analisi dei dati da sviluppare per decidere se fare o meno il Disavow.

Conclusione.

Questa discussione e questo articolo sul disavow di backlink potrebbe sembrare strano a qualcuno.

Majestic è uno strumento progettato per essere utilizzato da professionisti SEO, siano essi in-house, in agenzia o consulenti indipendenti.

Sappiamo che i nostri strumenti SEO sono utilizzati in tutti quei casi esaminati fin qui, in particolare per fare SEO audit e analisi dei backlink per verificare e monitorare lo stato di salute di un sito. C’è poi la problematica che ne consegue nei casi in cui s’incontrano clienti che hanno scelto di fare link building discutibile. Essendo Majestic uno strumento utilizzato per fare l’audit dei backlink, i nostri clienti potrebbero incontrare casi come quest’ultimo più di frequente rispetto ad altri. Decidere se e quando fare il disavow di backlink per conto di un cliente è una decisione che richede esperienza e che deve tenere in considerazione molti dati: è una decisione che spetta al professionista nonché al cliente finale e noi non vogliamo intrometterci.

Possiamo affernare che oggi, nel 2024, gran parte dell’hype iniziale e della paura intorno alle penalità sui backlink tossici si è attenuata. Il formato del file di disavow è semplce e non richede particolari strumenti o accorgimenti per la compilazione: bastano pochi minuti per crearlo, la parte difficile è decidere se il disavow è una strategia appropriata o meno per il sito in esame.

Il Majestic Bucket non è stato concepito come strumeno da utilizzare per il disavow.

Il nostro lavoro è incentrato sulla facilità d’uso della nostra piattaforma e l’affidabilità dei dati – il nostro obiettivo è rendere più facile ogni attività per gestire al meglio gruppi di domini e URL per per lo sviluppo di analisi di backlink e strategie di Link Building. I miglioramenti al bucket non sono concepiti per permettere o facilitare il disavow di backlink tossici.

La revisione di contenuti e modifiche alla piattaforma, sono attività che mirano a supportare i professionisti SEO e le agenzie. Con questo articolo vogliamo eliminiare ogni dubbio sulla nostra posizione intorno ai backlink tossici, evitando di alimentare un clima di paura e sospetto che è del tutto inutile.

Questa è la nostra posizione, ma siamo aperti al dibatto e vogliamo conoscere anche il tuo punto di vista. Puoi inviare un’email al supporto o lasciare un commento. Siamo felici di considerare proposte per ulteriori approfondimenti.

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