Durante il mio workshop sull’uso di Majestic nell’ambito di SMXL a Milano, ho presentato un caso che ritengo interessante e degno dell’attenzione di chi fa SEO.

Si tratta di un piccolo sito che si occupa di calcio, in particolare della Serie A. Un sito che analizza i dati e li presenta in maniera strutturata ed originale.

Il sito, nonostante non avesse backlink alcuno, si è guadagnato la simpatia di Google che lo ha ammesso tra i “big” del settore, per alcune query sugli arbitri.

Succede quindi che all’inizio del campionato il sito “ingrana” per queste ricerche e miete volumi interessanti di traffico organico ma poi, dopo alcune settimane si affievolisce: è la fine.

“Sarà stato quest’ultimo aggiornamento di Google” ho pensato quando mi hanno chiesto di verificare la perdita di performance. Aggiornamenti algoritmici sono all’ordine del giorno oramai, inutile darci troppo peso, sempre che le cose si fanno bene…

Tuttavia, ho pensato di fare una verifica per escludere ogni altra ipotesi, prima di pensare a come reagire e cosa consigliare per recuperare. È bastato aprire il backlink checker di Majestic per scoprire che, proprio in concomitanza con l’inizio del campionato di Serie A, il sito era stato oggetto dell’attenzione di qualcuno che ha creato oltre 10.000 link nofollow tra i commenti di siti spam:

Majestic Backlink Checker - report relativo ad un profilo backlink spam
Profilo spam backlink – Majestic Backlink Checker

I Fatti

  • Sito creato nel 2014
  • È aggiornato costantemente da due anni
  • Ha molti dati e statistiche, in particolare su arbitri della Serie A
  • Non aveva backlink prima dell’attacco

Nel giro di 24 ore il sito si presentava a Google con 10.000 backlink nofollow dagliargomenti più disparati come ho potuto verificare utilizzando il Topical Trust Flow.

Il Topical Trust Flow del sito oggetto di backlink spam
Majestic Topical Trust Flow del sito

Ho attivato subito una Campagna su Majestic per seguire l’evoluzione del fenomeno. Le campagne Majestic spediscono dei report automatici con nuovi backlink che sono stati rilevati.

In teoria, stando a quello che si scrive e si dice correntemente, i link nofollow non sono un problema: dovrebbero essere sterilizzati da Google – quindi la causa della perdita di visibilità è da attribuire ad altra causa ovvero una evoluzione dell’algoritmo?

Questa ragionamento non mi ha convinto, nonostante le varie rassicurazioni che ci sono state nel tempo fino ad una delle più recenti dichiarazioni:

“…l’avere link (anche in grandi numeri) con il rel=”nofollow” che puntano al tuo sito non hanno un effetto negativo. Noi escludiamo questi link prima di calcolare il PageRank e così dai nostri algoritmi quando utilizzano i link”

Tradotto liberamente. John Muller – Search Engine Journal, June 14, 2018, No Follow Links and Search Ranking
  • La perdita di traffico organico è stato di natura algoritmica?
  • È stato un problema legato a questi link spam?

Non lo sapevo e non lo so ancora. L’unica mia certezza era la natura di quei link ed il fatto che non volevo avere a che fare con loro: ho deciso in favore di un’azione di disavow.

Partendo dal download di tutt’i link forniti da Majestic utilizzando un report personalizzato, ho sviluppato una lista di domini per la creazione del file disavow. L’attività di verifica dei backlink è stata velocizzata moltissimo con il nuovo tool Link Context.

L’elenco dei domini spam è stata confezionata in un file disavow ed inviato. Nel giro pochi giorni si è cominciato a vedere una inversione di tendenza:

Screeshot della Googel Search Console
Screenshot che mostra posizionamento medio dopo l’upload del file disavow

Ci sono stati diversi aggiornamenti successivi del disavow per la presenza di nuovi backlink spam. Cerco di favorire attività di spidering dei backlink spam: sembra accelerare la procedura di disavow.

Alcune Considerazioni

Vediamo i fatti:

  • Il sito aveva un posizionamento di nicchia
  • Il sito ha avuto oltre 10.000 backlink in pochissimo tempo
  • Il sito ha perso il posizionamento organico dopo aver preso questi link
  • I link spam sono stati censiti ed erano tutti nofollow
  • Il file disavow è stato costantemente aggiornato fino a quando son stati rilevati nuovi backlink spam
  • A seguito dell’azione disavow, c’è stata una inversione di tendenza nel posizionamento

Esiste una correlazione diretta tra link spam nofollow e la perdita di traffico organico?

Non lo so. Chi può saperlo? Solo Google e forse nemmeno Google. Mi sono fidato del mio giudizio: in fondo, faccio questo mestiere da 25 anni! Ma non per questo ritengo di saperne abbastanza – al contrario.

Mi sono messo alla ricerca di altre esperienze ed ho trovato questo post interessante che racconta una storia simile ma da un punto di vista inverso: Adam, l’autore del post, racconta come il suo posizionamento organico è migliorato in maniera significativa per una keyword molto importante con un link nofollow.

Se ipotizziamo che quello scenario è plausibile allora anche il contrario dovrebbe esserlo:

Se un link nofollow può aiutare il posizionamento, lo può anche danneggiare

Proseguendo in questa direzione, ampliando il ragionamento, senza perderci in questioni tecniche, penso questo:

Il sito viveva una vita “felice e spensierata”, con un bassissimo profilo. Un giorno Google si accorge di questa presenza insignificante e pensa che possa essere una risorsa per alcuni suoi lettori interessati a informazioni sugli arbitri di serie A e così lo posiziona, senza alcun motivo apparente, tra i “big” della categoria sport/classifica serie A.

Improvvisamente il sito si presenta davanti a Google con 10.000 link – tutti di infima qualità. Allora Google pensa (“algoritmicamente”):

Senti un po ma che cavolo stai facendo? ma se fino a ieri non avevi nemmeno un link e ora ne hai 10.000 – ma credi che io sia scemo?”

E così perde fiducia nel sito che così scivola in basso nelle SERP perdendo quasi tutto il suo traffico organico.

Succede poi in questa parodia digitale che il sito si presenta a Google dicendo:

“Ehi Google sono io, quello piccoletto a cui avevi riservato un posto al sole per quelle query sugli arbitri – ti ricordi di me? Guarda che quei link me li ha messi qualche… malintenzionato – non sono stato io. Puoi gentilmente rivedere la mia posizione e ridarmi quella fiducia di cui godevo all’inizio del campionato e prima che questi signori mi attivassero tutti questi link di cui non so nulla? Io non c’entro nulla con questa storia e non ho nulla a che fare con questa bischerata! Grazie e spero di avere tue notizie al più presto.”

Conclusioni?

L’unica conclusione logica che vedo è che non si possono trarre delle conclusioni generiche ed applicabili a a tutti.

Resto del parere che è una inutile perdita di tempo l’essere ossessionati da link tossici. Tuttavia il caso che ho presentato è (forse) un segnale che le cose possono andare per la tangente ed in maniera inaspettata.

Hai una esperienza simile da raccontare? Oppure pensi che queste siano tutte stupidaggini? Condividi esperienze ed opinioni – lascia un commento.

Sante Achille
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